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1 maggio 2023, selidori
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Inviato il: 2002-12-21 |
Tipo: Omaggio |
N°: 15403 |
AUTORE: Packenam |
Nella scena in cui Deckard sale sul mezzo con il poliziotto poliglotta Gaffe si legge distintamente sul monitor interno del mezzo stesso le scritte "ENVIRON - PURGE", stesse identiche scritte e stesso monitor che si possono vedere in Alien (1) anch'esso grande capolavoro di Ridley Scott. |
Inviato il: 2003-09-14 |
Tipo: Curiosità |
N°: 25052 |
AUTORE: milioz |
L'origami a forma di unicorno del poliziotto è diventato in seguito il simbolo della Nexo, casa di produzione. |
Inviato il: 2004-07-14 |
Tipo: FraseFamosa |
N°: 35658 |
AUTORE: Onigate |
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi |
Inviato il: 2006-04-04 |
Tipo: Curiosità |
N°: 60548 |
AUTORE: FulviaLeopardi |
Mentre la vicenda del film è tratta dal libro "Gli androidi sognano le pecore elettriche?" di Philip K. Dick, il nome del film è tratto dal romanzo di Alan Nourse intitolato "The Bladerunner". |
Inviato il: 2006-04-04 |
Tipo: Curiosità |
N°: 60549 |
AUTORE: FulviaLeopardi |
Doveva esserci un altro replicante di nome Mary (il famoso replicante mancante). All'inizio del film Bryant dice infatti che ci sono quattro replicanti da prendere, salvo poi affermare pochi minuti più tardi che ne sono scappati sei ma uno è morto folgorato da un cancello (quindi ne restano cinque da prendere). Per motivi di tempo (e di budget) non fu possibile inserire la scena del "ritiro" di Mary, tanto è vero che venne girato un altro "parlato" per la scena descritta sopra. Ridley Scott tuttavia ha usato la versione originale, probabilmente per creare "confusione" e far pensare che il sesto replicante potrebbe essere proprio Deckard |
Inviato il: 2006-04-04 |
Tipo: Curiosità |
N°: 60552 |
AUTORE: FulviaLeopardi |
I replicanti sono chiamati per nome, gli umani per cognome. Deckard, in entrambi i modi |
Inviato il: 2006-04-04 |
Tipo: Curiosità |
N°: 60553 |
AUTORE: FulviaLeopardi |
Tutti i replicanti hanno uno sbrilluccichio rosso negli occhi, per esempio Rachel a casa di Deckard, e Pris da Sebastian. Anche negli occhidi Deckard appare un "lampo" di rosso, mentre parla con Rachel |
Inviato il: 2006-06-05 |
Tipo: FraseFamosa |
N°: 62208 |
AUTORE: lcoper |
La maggioranza degli uomini vive una vita di silenziosa disperazione. |
Inviato il: 2006-11-30 |
Tipo: Omaggio |
N°: 67401 |
AUTORE: |
Le sequenza iniziale del film è un chiaro omaggio a Fritz Lang e al suo capolavoro del 1927, "Metropolis". Infatti i palazzi che dominano il panorama di Los Angeles hanno una forma di piramide azteca (fra di essi anche il palazzo della Tyrell Co.), proprio come nella brevissima inquadratura iniziale di "Metropolis". |
Inviato il: 2008-01-29 |
Tipo: Curiosità |
N°: 75499 |
AUTORE: Ugo1970 |
Quando Chew, il fabbricante di occhi, dice "Io faccio solo occhi", la frase in inglese è "I just make eyes". C'è un gioco di parole su "ice" (ghiaccio), visto che il suo laboratorio è completamente ghiacciato. |
Inviato il: 2008-01-29 |
Tipo: Curiosità |
N°: 75500 |
AUTORE: Ugo1970 |
Morgan Paull, l'attore che impersona Holden, è il fratello di Lawerence G. Paull, scenografo del film. Morgan era assistente scenografo sul set; in una delle interviste sul secondo DVD della "Collection", Lawrence afferma che Ridley Scott, non trovando nessuno disposto a farsi sparare da Joe Turkel (Leon), pensò bene di affidare il ruolo a Morgan. |
Inviato il: 2008-01-30 |
Tipo: Curiosità |
N°: 75508 |
AUTORE: Ugo1970 |
Gli occhi sono uno dei motivi ricorrenti del film. Ecco un elenco di riferimenti: il film, dopo l'inquadratura della città, inizia con un occhio che guarda il panorama; ai replicanti luccicano gli occhi; la prima 'vittima' di Roy e Leon (a parte Holden) è Chew, un fabbricante di occhi; Eldon Tyrell ha un paio di occhiali enormi (occhi sostitutivi), che nascondono ed allo stesso tempo ingrandiscono i suoi veri occhi; quando Sebastian incontra Pris, le luci alle sue spalle sembrano occhi; i replicanti, per uccidere qualcuno, gli cavano gli occhi; Roy, a casa di Sebastian, gioca con un paio di occhi finti; infine, c'è l'inizio del famoso monologo finale di Roy ("Io ho VISTO cose che voi umani non potreste immaginare"), già accennata nel laboratorio di Chew ("Sapessi le cose che ho VISTO con i tuoi occhi"). Questo tema ricorrente, inventato da Ridley Scott e dallo sceneggiatore David Peoples (e del tutto assente nel racconto di Philip K. Dick) è collegato al concetto "vedere = sapere = esistere = vivere". |
Inviato il: 2008-01-30 |
Tipo: Curiosità |
N°: 75517 |
AUTORE: Ugo1970 |
La frase finale di Roy ("... e tutti quei momenti andranno persi nel tempo, come lacrime nella pioggia") non è stata scritta da nessuno dei due sceneggiatori del film, ma è una creazione 'autonoma' di Rutger Hauer, il quale l'ha improvvisata durante la prima lettura collettiva del copione da parte del cast. |
Inviato il: 2008-06-18 |
Tipo: Curiosità |
N°: 77962 |
AUTORE: Ugo1970 |
Nella scena in cui, verso la fine, Deckard non riesce a saltare da un edificio all'altro e rimane appeso al cornicione, mentre Roy Batty salta agevolmente, a fare quel salto è stato proprio Rutger Hauer. I tetti degli edifici, che erano mobili, furono avvicinati di pochi centimetri, quel tanto che bastava per permettere ad Hauer di fare il salto in tutta sicurezza (e senza corda) mentre il suo stuntman, poco prima, non c'era riuscito. |
Inviato il: 2008-07-06 |
Tipo: Curiosità |
N°: 78234 |
AUTORE: Ugo1970 |
In linea con la distinzione tra umani e replicanti che prevede solo cognomi per i primi e solo nomi per i secondi, tutti i personaggi umani hanno un nome, che però viene usato una volta sola nel film, e mai quando qualcuno si rivolge direttamente a loro. A parte, ovviamente, Rick Deckard, i nomi specificati nei copioni originali sono i seguenti: Edmund Gaff, Eldon Tyrell (così lo presenta Rachael), Harry Bryant, Hannibal Chew e Jonathan Frederick Sebastian. Inoltre, il cosiddetto 'cognome' di Roy, ossia Batty, viene usato solo quando Bryant mostra il suo profilo a Deckard, e mai più nel corso del film. Anche il 'cognome' di Leon - Kowalski - viene usato una sola volta (nella primissima scena: "Prossimo soggetto: Kowalski, Leon"), mentre per Zhora, Pris e Rachael il copione non specifica un cognome. |
Inviato il: 2008-07-29 |
Tipo: Curiosità |
N°: 78703 |
AUTORE: Ugo1970 |
Nel suo libro "Future Noir", Paul Sammon afferma che uno dei primi copioni scritti da Hampton Fancher, nel 1980, dava a tutti i replicanti di sesso femminile il cognome Tyrell: Zhora Tyrell, Mary Tyrell (personaggio poi eliminato), Pryxe [allora si chiamava così] Tyrell e Rachel [idem] Tyrell. L'idea era che tutte le replicanti donne fossero creature, e quindi figlie, di Eldon Tyrell. Ma quando Fancher e l'altro sceneggiatore David Peoples decisero di dare un cognome (diverso da Tyrell) anche a Roy e Leon, questa idea fu scartata. |
Inviato il: 2011-01-27 |
Tipo: Curiosità |
N°: 91637 |
AUTORE: Ugo1970 |
Il cognome di Roy, Batty (completamente inventato, così come il personaggio, da David Peoples) si pronuncia come "baddie", che in inglese significa "cattivello, teppista". |
Inviato il: 2011-03-26 |
Tipo: Omaggio |
N°: 92619 |
AUTORE: m_bow |
Il frammento di poesia che Roy recita dal fabbricante di occhi (Avvampando gli angeli caddero; profondo il tuono riempì le loro rive, bruciando con i roghi dell'orco) è una parafrasi di alcuni versi di un poema di William Blake dal titolo "America: A Prophecy".
La frase recitata da Rutger Hauer è: "Fiery the angels fell; deep thunder rolled around their shores; burning with the fires of Orc". L'originale di Blake è: Fiery the Angels rose, & as they rose deep thunder roll'd Around their shores: indignant burning with the fires of Orc" (trad. Con fierezza si alzarono gli Angeli, e mentre si alzavano un tuono profondo
Rotolò sulle spiagge, bruciando pieno di sdegno con i fuochi di Orc). |
Inviato il: 2011-03-26 |
Tipo: Curiosità |
N°: 92621 |
AUTORE: m_bow |
L'appartamento di Deckard è allestito all'interno di una villa del famoso architetto americano Frank Lloyd Wright (la Ellis House, Los Angeles, 1924); i caratteristici blocchi con cui sono realizzate le pareti hanno un disegno ispirato all'architettura Maya. |
Inviato il: 2012-07-26 |
Tipo: Curiosità |
N°: 98417 |
AUTORE: |
Leggenda metropolitana
Al monologo "ho visto cose che voi umani..." ad un certo punto dice "e ho visto i raggi B" che in inglese sarebbe c-beams e quindi non come si crede una traduzione errata de "i raggi beta" .
I Bastioni di Orione invece sono effettivamente una maltradotta spalla di Orione (che è la stella betelgeuse) |
Errori (59) 1~20 21~40 41~59
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