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    Cabaret
    Titolo originale:  Cabaret
    Genere:   Musicale Drammatico Guerra
    Anno ita.:  1972
    Durata:  124
    Nazione:   USA
    Regia:   Bob Fosse
    Link:  
     
     
    Streaming:  
    Codice EAN DVD:  8024607004065
    Social Network:    

    Attori:
      Kathryn Doby       Estrongo Nachama  
      Ricky Renée       Georg Hartmann  
      Ralf Wolter       Gerd Vespermann  
      Sigrid Von Richthofen       Helen Vita  
      Elisabeth Neumann-Viertel       Marisa Berenson  
      Fritz Wepper       Joel Grey  
      Helmut Griem       Michael York  
      Liza Minnelli    

     
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      Questo film ...
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    Inviato il: 2005-01-26 Tipo: Curiosità N°: 43878
    AUTORE: Ugo1970
    Gli autori delle canzoni, John Kander e Fred Ebb, sono stati accusati di antisemitismo a causa delle presunte connotazioni naziste del brano "Tomorrow belongs to me". Il che è molto strano, visto che loro erano ebrei. :)



    Inviato il: 2005-01-26 Tipo: FraseFamosa N°: 43880
    AUTORE: Ugo1970
    La vita è un cabaret!



    Inviato il: 2013-05-05 Tipo: Curiosità N°: 101673
    AUTORE: Ugo1970
    Come succede in tutti i musical cinematografici, sul set tutti hanno cantato dal vivo, anche se le voci che si sentono nella colonna sonora sono state in parte rifatte in studio. L'unica eccezione è il giovanissimo nazista che canta "Tomorrow belongs to me". Ad impersonarlo è un certo Oliver Collignon, reclutato sul posto (cioè a Berlino) da Bob Fosse e subito ingaggiato per il ruolo a causa del suo viso angelico. Però, purtroppo per Fosse, il giovane tedesco si rivelò un po' stonato, per cui a cantare il brano fu l'attore/cantante americano Mark Lambert, il cui nome non compare nei titoli.



    Inviato il: 2013-05-05 Tipo: Curiosità N°: 101675
    AUTORE: Ugo1970
    L'orchestrina del Kit Kat Klub è composta da quattro donne (piano, clarinetto, batteria, banjo) e da due uomini travestiti (trombone e sax). Trannne la ragazza paffuta con il banjo, sono tutti musicisti autentici perchè Bob Fosse voleva che fossero credibili. Però, com'è facile immaginare, nel film nessuno dei sei componenti suona davvero. Anche quando Joel Grey si mette a suonare a quattro mani insieme alla pianista, a metà di "Willkommen", i tasti che lui suona non corrispondono a ciò che si sente.



    Inviato il: 2019-01-11 Tipo: Curiosità N°: 114808
    AUTORE: Ugo1970
    Nel musical originale Brian Roberts, il personaggio interpretato nel film da Michael York, si chiama Clifford (o Cliff) Bradshaw, è americano ed è sospettato di essere gay, ma non dimostra mai di esserlo. Tuttavia, nel libro di Christopher Isherwood "Goodbye to Berlin" (1939), che fu trasformato nel 1951 in un dramma teatrale intitolato "I am a camera" (15 anni prima che John Kander e Fred Ebb adattassero il dramma in un musical), Cliff è chiaramente bisessuale. Per il film, Kander ed Ebb diedero al personaggio un nome ed una personalità più British, ma per il resto furono più fedeli al libro di Isherwood rispetto al dramma.



    Inviato il: 2019-01-11 Tipo: Curiosità N°: 114809
    AUTORE: Ugo1970
    Per dare più realismo al film, Bob Fosse eliminò tutte le canzoni cantate al di fuori del Kit Kat Klub ad eccezione di "Tomorrow Belongs to Me", esplicitamente voluta nel film dagli autori Kander ed Ebb. I due aggiunsero poi "Mein Herr" al posto di "Don't Tell Mama", "Money Money" in sostituzione di "Sitting Pretty" (che comunque rimase nella colonna sonora come brano strumentale) e "Maybe This Time", originariamente scritta per Kaye Ballard ma mai messa in scena, e regalata a Liza Minnelli come ulteriore assolo. Molti allestimenti del musical originale realizzati dopo il film hanno integrato nella trama le tre canzoni nuove.



    Inviato il: 2019-01-11 Tipo: Curiosità N°: 114810
    AUTORE: Ugo1970
    Oltre al cambio di nazionalità (e di nome) del protagonista maschile, il film rielabora la storia d'amore fallita tra la benestante signorina Schneider ed il suo povero corteggiatore ebreo Schultz invertendo i ruoli: il povero operaio Fritz si innamora della ricca ebrea Natalia, come succedeva in "I am a camera" ma non nel libro di Isherwood (o nel musical). La Schneider è comunque presente nel film, come padrona nella pensione, ma il suo ruolo è ridotto ad una sola battuta. Inoltre, l'ambiguo nobile Maximilian von Heune fu inventato per il film e non è presente in nessuna delle fonti precedenti.



    Inviato il: 2019-01-11 Tipo: Curiosità N°: 114811
    AUTORE: Ugo1970
    In un'intervista del 1999, Fred Ebb rispose alle accuse di antisemitismo che gli erano state mosse per via della canzone "Tomorrow Belongs to Me" rivelando di essere ebreo e gay, come il suo collega John Kander. I due si conobbero a Broadway nei primi anni '60 ed hanno convissuto fin da allora, fino alla scomparsa di Ebb (2004).



    Inviato il: 2020-01-22 Tipo: Curiosità N°: 119617
    AUTORE: Ugo1970
    Sempre a proposito di "Tomorrow Belongs to Me", una delle dicerie più insistenti girate nel corso degli anni riguardo al brano vuole che si tratti di un vero inno della Gioventù Hitleriana, risalente al 1939 e solo leggermente riadattato. Ma gli autori hanno spiegato più volte che il brano è stato scritto appositamente per il musical, come una parodia spietata ma anche terrificante delle ballate patriottiche cantate nei "biergarten" tedeschi di fine anni '30. Nel 1999, Fred Ebb mostrò uno spartito con un timbro ASCAP (l'equivalente americano della SIAE), sul quale era chiaramente visibile la data 1966.



    Inviato il: 2020-01-27 Tipo: Curiosità N°: 119672
    AUTORE: Ugo1970
    Come accennato nelle segnalazioni precedenti, il film ha una storia complessa, basata su almeno tre fonti. Nel 1939 lo scrittore inglese (naturalizzato americano) Christopher Isherwood scrisse una serie di sei racconti parzialmente autobiografici, che legò insieme in un libro chiamato "Goodbye to Berlin" (non "The Berlin Stories", come riportato in passato, dal momento che "The Berlin Stories" è formato da "Goodbye to Berlin" più un romanzo indipendente, "Mr. Morris Changes Trains"). Nel 1951 il drammaturgo anglo-olandese John Van Druten, d'accordo con Isherwood ma senza acquistare nulla da lui, aggiunse materiale proprio al libro e ne ricavò un dramma (serio) per Broadway, intitolato "I Am a Camera"; il titolo era tratto dalla prima riga del libro: "Io sono una fotocamera con l'otturatore aperto, piuttosto passivo, registro, non penso. " Nel 1966 il famoso impresario teatrale Harold Prince comprò i diritti di allestimento sia del libro originale che del dramma di Van Druten e, non soddisfatto di un libretto per un eventuale adattamento musicale scritto dal compositore Sandy Wilson, lo affidò allo scrittore Joe Masteroff, il quale scrisse una sceneggiatura teatrale intitolata "Cabaret", attigendo da entrambe le fonti. Prince diede poi la sceneggiatura ai musicisti John Kander e Fred Ebb, i quali erano inizialmente convinti che "Cabaret" fosse una versione leggera (ma comunque seria) di "I Am a Camera" e scrissero sette canzoni da usare come prologo, prima del racconto vero e proprio. Prince sentì i brani e disse a Kander ed Ebb che, cambiando leggermente i testi, i brani stessi potevano essere facilmente inseriti nella storia; nacque così il musical "Cabaret" (1966). Infine, nel 1970, l'ex ballerino Bob Fosse, allora già diventato coreografo e regista, vide la Minnelli e Joel Grey a Broadway nei rispettivi ruoli, ne fu impressionato e convinse Prince a girare un adattamento cinematografico del musical. Per quest'ultimo, Kander ed Ebb revisionarono la partitura musicale, cambiarono nome e nazionalità al protagonista m aschile (Cliff Bradshaw (USA) -> Brian Roberts (GB); fra l'altro, Bradshaw era il terzo nome di Isherwood), ed inventarono un personaggio nuovo (Maximilian von Heune).



    Inviato il: 2021-10-16 Tipo: Curiosità N°: 125453
    AUTORE: Ugo1970
    Nella più recente stampa del film in Blu-Ray (2018), tutti gli errori di montaggio segnalati nella sezione "Errori" sono stati corretti, grazie al restauro digitale supervisionato dalla figlia di Bob Fosse. Inoltre, l'audio 5.1 è stato sfruttato grazie al reinserimento, nel mix delle canzoni (in particolare "Mein Herr", "Maybe This Time" e "Money, Money") di alcuni brevissimi passaggi strumentali, assenti o poco udibili in tutte le versioni precedenti della colonna sonora.




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