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Errore originale di petibus
spedito il 09/02/2003
Dopo che Mozart ha eseguito l'opera commissionatagli dall'imperatore Giuseppe II, quella ambientata in un harem, lo stesso imperatore complimentandosi afferma: "Un'opera geniale non c'è che dire, ma, di quando in quando, soltanto di quando, ha, come dire, un po troppe note"! Tale frase, che l'imperatore pronunciò davvero, fu detta dopo la rappresentazione del: "Le nozze di Figaro" e non dopo l'opera turca. E' un fatto storicamente provato.
Tratto da Amadeus
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Commento di pap
Non mi sembra un errore ma una licenza storica. Accade molto spesso che per ragioni di ritmo della sceneggiatura in un film storico alcuni fatti siano raccontati con un leggero slittamento di personaggi, di contesto o di periodo. In questo caso si tratta di cambiamenti voluti. E poi non dimentichiamoci che "Amadeus" NON è un film storico, ma la versione cinematografica di un'opera teatrale di fantasia, e che quindi sarebbe come dire a Dante che sbaglia a mettere Bonifacio VIII all'Inferno visto che è ancora vivo quando scrive: il fatto è che si tratta di un'opera di fantasia e non di descrizione documentaria dell'Inferno...
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Commento di aenomis spedito il 11/09/2006
c'è una cosa, però... è scomoda perchè può rimettere in discussione gran parte degli errori storici di questo film... d'altro canto è assolutamente fondamentale:
ricordatevi che tutto il film (nonchè l'opera teatrale da cui è tratto) è visto come un flashback dal punto di vista di salieri... che oltretutto è ormai completamente pazzo e distrutto dal senso di colpa. il fatto che egli ricordi male per quale opera in particolare sia stato fatto un deteminato commento è il minimo che ci si può aspettare da un vecchio malato di mente con problemi di distinzione tra realtà e immaginazione (come testimoniano i rientri dal flashback, con la sovrapposizione di immagini 'del presente' e suoni 'del passato').
questo vale anche per i ricordi sulla penitenza alla festa, in cui salieri si auto colloca tra i grandi (bach, hendel... se non sbaglio) al di là del fatto che quelli fossero veramente i fatti, ma a sottolineare come IL TALENTO di mozart comprendesse in sè e sbeffeggiasse tutti i grandi (in questo modo allevia anche il senso di colpa che prova per aver contribuito alla sua morte (che è un altro fatto non realistico storicamente parlando))
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Commento di Hallward spedito il 21/12/2011
Tra parentesi, Dante non mise Bonifacio VIII all'inferno, ma fece predire a un dannato ci sarebbe finito. Io comunque credo che anche un errore voluto sia un errore; al di là del perché è stato voluto, questa è una segnalazione interessante.
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